<?xml version="1.0" encoding="utf-8"?> <document> <s id="1">Sotto il Castello verso Ostro stà il Villaggio Madrutio, che dipende; & à Ponente stà in declivio un gran Parco piantato d'Alberi, che, per essere cinto di Mura, serve non men di Serraglio per la Caccia.</s> <s id="2">— Non le faccio elogi — proseguì ancora Regina — perchè non è più mia abitudine fare complimenti agli uomini.</s> <s id="3">Come uscire da quella situazione che di momento in momento diventava sempre più grave?</s> <s id="4">La rivoluzione scoppiò colla guerra.</s> <s id="5">Il signor Saint-Gaudens è il decano della compagnia, e se non amore, desta almeno venerazione!</s> <s id="6">Quella sera, essendo la luna piena, il municipio risparmiò il petrolio alle due lampade che hanno la missione di rendere luminosa la piazzetta di Pennabilli.</s> <s id="7">La domenica nubi e folta nebbia si sollevarono dalle acque.</s> <s id="8">Per il qual poco giudizio di Tribomano tanta bile venne a Francefco Ottomanno, ch'egli contro f a ) Lib.</s> <s id="9">— È la mula della questua — rispose fra Giuseppe. — Sia lodata la carità del prossimo.</s> <s id="10">Su ciò, come accennammo, torneremo quando studieremo le trasformazioni nel tempo: ora dobbiamo guardare un poco più da vicino quelle spese per reintegrare gli oggetti classificati come capitali.</s> <s id="11">vedervi e di ragionar con voi; il che è cagione che molte volte stendo le braccia per abbracciarvi, e mi ritrovo ingannata.</s> <s id="12">Chi ricaccia il gagliardo assalitore,</s> <s id="13">Ed all'orecchio tuo che fu sì bello Susurrerò implacato Detti che bruceranno il tuo cervello.</s> <s id="14">Mettetesce gabbelle a ttutte l'ore: Fate de ppiú, llevatesce er zalario: Biffatesce er cammino e 'r nescessario, E vvennetesce inzino er giustacore.</s> <s id="15">In man piglio la cosa, ch'indi giace; E nel forame ghe lo pongo un tratto.</s> <s id="16">Quel tempio ha un gong che suona un tocco ogni minuto durante tutta la notte.</s> <s id="17">Era il mese di luglio ed il bresciano aveva provisto di buoni meloni e fatto portar da casa del suo padrone buona vernaccia in dui fiaschi che il mae¬ stro di casa gli aveva fatto dare; e per esser mal agiato di casa, bisognava far la cucina in una camera ove il bresciano con la moglie dormiva.</s> <s id="18">La faccia di Marte ha delle aree tanto chiare quanto oscure ; ed era una volta creduto che queste fossero mari e terre.</s> <s id="19">Col cantare, piangere e mormorare lodo Iddio che è il mio nume.</s> <s id="20">Bella apparì di Menelao la sposa, Onde poi la vendetta alta chiedeo Grecia, e guerra sostenne aspra e noiosa.</s> <s id="21">Di che rendendogli grazie con sua lettera il Filelfo, Tu, dice (l.</s> <s id="22">Opi, Dea della abbondanza, che nella teogonia pagana figurava essere sorella e moglie di Saturno, diede origine al nome di Opicia; imperocchè si tenne che una regione tanto ferace, ove la natura spiegava le sue più splendide pompe in belle pianure, gioconde valli, ridenti colline, e fiumi utili al commercio e alla coltura dei campi, esser dovesse la terra prediletta di questa Dea.</s> <s id="23">Testa di M. Aurelio in bronzo II.</s> <s id="24">— Che cos'è stato di Gigi, che non si vede?</s> <s id="25">Degna per la tua rara alta eccellenza d'esser de la mia rota Intelligenza.</s> <s id="26">— Bisognava sentirla, poco fa, quando l'ho vestita.</s> <s id="27">508] Canzun della Paupradad voluntaria.</s> <s id="28">_zaffus_--birro</s> <s id="29">Così ero pure certa che l'avrei più molestato col far palesi le mie visitine alla sua cornacchia che col fingere di essermene completamente dimenticata.</s> <s id="30">Mentr' io ti parlo, in una queta stanza La dolce madre, sorridendo, posa: A lei dintorno, come aulir di rosa, Ondeggia una speranza:</s> <s id="31">«Il giovane condusse il giardiniere nel sito dove aveva sradicato l'albero, lo fe' discendere nella cantina, e fattagli vedere la quantità di vasi pieni di polvere d'oro che vi si trovava, gli attestò il suo giubilo perchè Iddio ricompensasse finalmente le sue virtù e tutti gli stenti da lui per tanti anni patiti.</s> <s id="32">Wikipedia Voce enciclopedica su Wikipedia Testi in cui è citato Malco di Filadelfia (1) Cerca citazioni su Malco di Filadelfia...</s> <s id="33">E si chinò a rassettare i guanciali sotto il capo della giacente, che seguitava a mandare, dalla profondità del coma in cui era caduta, il sordo rantolo mortale.</s> <s id="34">I Precetti militari di Francesco Marzioli bresciano, stampati magnificamente in Bologna (a) Il Tensini accenna ancora di avere o innalzate o migliorate diverse fortezze in Italia , e nomina fra le altre quella di Bergamo (l.</s> <s id="35">Creperemo tutti come Gianni, come Paoli, come Zupan...</s> <s id="36">E quest'altier, ch'ai gran Motor fe' guerra, qui fulminato ancor giace sotterra.</s> <s id="37">Entro la giornata tutto doveva essere aggiustato come un panno strappato che si lascia alla serva perchè lo ricucisca.</s> <s id="38">Voi dunque La sua ricchezza, e d'un'ammenda inoltre Ne rintegrate che convegna, e tale Che memoria ne passi anco ai nepoti.</s> <s id="39">Mamma'', disse Alessandro, ''e non aveva ragione di dimandarti a ogni poco se il papà sarebbe tornato? — Le tue parole furono il mio buon augurio'', rispose la madre.</s> <s id="40">Alla domanda risposero due detonazioni.</s> <s id="41">Fa d'uopo però avvertire che, dove le notti siano fredde per vicinanza d'alti monti, e dove il paese sia spesso dominato dai venti, il computo della temperatura subirà una diminuzione per l'effetto sfavorevole esercitato da queste due condizioni meteoriche.</s> <s id="42">T alche folo haue nano il nome di Chrifliam,vuendo nelle iflefse idolatrie peccati cheprima.Trouandofi pocofà co fluì nella guerra,occorfe per diurna permiffÒe,che il demonio intrafse in vn'fuo fratello, & frattifindogli il vifo à modo di cane,lofaceua parlare in altro linguaggio molto dìuerfo dal proprio.</s> <s id="43">o ''zampe di gallo''.</s> <s id="44">aspettava da 1 quella 2 supplicazione solenne la liberazione dalla peste, non con una speranza condizionata e rasse¬gnata, ma con una certezza superstiziosa;1 e che a questa" quando fosse delusa, succederebbe una incredulità 4 egual¬mente superstiziosa,5 una indegnazione empia.</s> <s id="45">"Faccia come crede„, rispose Piero, "scriva come vuole„.</s> <s id="46">Snódati lingua e sii saltero presto: Perchè levarmi intendo A lo spuntar de' matutini albori: E fra turbe frequenti Di popoli e di genti Alto sonar del gran Signor gli onori.</s> <s id="47">Questo sembrerebbe significare che la pressione dell'acido carbonico nell'aria è costan¬ temente maggiore della pressione dell'acido carbonico nel mare, e che quindi l'aria deve andar costante-</s> <s id="48">— Tu dunque non mi credi? — chiese ella angosciosamente.</s> <s id="49">— Ingrato! — ribattè lei, fermandosi un minuto solo, sull'uscio della sala da giuoco.</s> <s id="50">Il mondo lo giudicava buono per le qualità di cui non aveva merito alcuno, essendo nato con esse; tanto più severo sentiva sopra di sè il giudizio di Dio che molto gli aveva dato e frutto non ne aveva colto.</s> <s id="51">V it. leccare — fìgur. — toccare o ferire leggermente : buscare, guadagnare, adulare.</s> <s id="52">Il Mattarugiolo però nun gli diede punta retta, si calò i calzoni e giù.</s> <s id="53">Da dentro, delle tavole allineate per i bevitori; dei marinai che vi erano si asciugavano vicino al fuoco; i vecchi contentandosi di bere l'acquavite, i giovani corteggiando le ragazze e ubbriacandosi per stordirsi.</s> <s id="54">Ella segui nel fior degli anni estinta, Quand'il viver più dolce, e pria che il core Certo si renda com'è tutta indarno L'umana speme.</s> <s id="55">Finalmente il Prologo termina il suo discorso con dimandare al pubblico un benigno compatimento in nome dell'autore.</s> <s id="56">Sospettava, in fondo, di non essere stato compreso nè conosciuto bene, sospettava che il consiglio di fuggire in una solitudine e di viverci partisse da un concetto inesatto della sua natura e fosse stato suggerito dal desiderio di sostituire al monastero, impossibile, uno stato simile allo stato monastico.</s> <s id="57">Siamo sazi di avventure erotiche, di lussuria, di sentimentalismo e di nostalgia»!</s> <s id="58">Quantunque i viaggiatori sapessero che i bisonti, se non sono assaliti, non sono pericolosi, pure nel vedere avanzarsi di galoppo tutte quelle masse di carne dalle teste villose e tanto solide da sfidare le palle dei fucili e nell'udire quel concerto di muggiti, si erano arrestati, colpiti da un senso di vero terrore.</s> <s id="59">E perche fu seminatore di questo scandalo, che forse sarebbe tra Cesaro e i romani stato alcuno accordio, si lo punisce l'autore in questa nona bolgia.</s> <s id="60">«Qui, d'Atropos il colpo ricevuto, giace di Roma Giulia Topazia, dell'alto sangue di Cesare arguto discesa, bella e piena d'ogni grazia,</s> <s id="61">1868, 3 sett. al Malibran, dalla nuova comp.</s> <s id="62">cavalleria faceva i primi passi nella profes- sion delle armi, o poscia si addisse a far come servitore e bagaglione de'soldati a. cavallo.</s> <s id="63">Semisse eguale all'asse, eccetto il peso e le sei palle.</s> <s id="64">Sull'orlo era seduta Della fonte gioconda; Si specchiava nell'onda E sorrideva muta;</s> <s id="65">La conscguenza, come dicesi, è manifesta rispetto al luogo per la sufficiente divisione della causa; l'impossibilità del conseguente apparirà per quelle cose che si dimostreranno.</s> <s id="66">a render pago il desiderio antico, che ho di mirar dappresso il mio nemico.</s> <s id="67">Su in vetta a un abetino s'è posato uno sparvierino, egli guarda fisso al sole, sempre agitando l'ali.</s> <s id="68">Che tutti gli Albergatori, ed'Olii debbino notificare alli loro Ofpiti la proibizione dell'armi, come fopra.</s> <s id="69">quanto che dará lor l'inclita prole, il giusto Alfonso e Ippolito benigno, che saran quai l'antiqua fama suole narrar de' figli del Tindareo cigno, ch'alternamente si privati del sole per trar l'un l'altro de l'aer maligno.</s> <s id="70">E vengon verfo noi? non ben dif cerno, Che gli occhi miei fon ecch/fati al pianta.</s> <s id="71">punirsi, per evitare d'essere in vita peggio punito con la caduta della sposa a cui aveva additato le vie del male; o che, anche pensando queste cose, la sua morte fosse opera del caso, oramai poco importava.</s> <s id="72">— Ecco! — rispose lei corrucciata. — Ecco come siete!</s> <s id="73">Naturalmente ammettendo dei sollevamenti di un così elevato ordine di grandezza ne conseguirebbe che ad esempio i ghiaccia avrebbero presentato rispetto al presente una riduzione tale da rimanere perplessi.</s> <s id="74">Ei mi promise nel tiranno punir tutti i miei torti, e pigro...</s> <s id="75">Considerando quanto abbiano grande forza gli essempi sensati in persuadere e dichiarare i pensieri dell'animo, abbiamo determinato, per dar maggior lume dell'intenzione nostra, recare innanzi a gli occhi diversi disegni de' luoghi fortificati.</s> <s id="76">Secolo che, di siffatti malati, ebbe i più lunatici e sorprendenti che mai si vedessero.</s> <s id="77">Le acque, le quali scendono dal monte non trasportano altra qualità di materiale, all'infuori delle roccie calcari.</s> <s id="78">Ogni batteria aveva la sua zona da coprire di proiettili.</s> <s id="79">Figliuol, pur non me lassare, — paradiso averai en tua [bailia, là ove è dolce posare — né lite ce trovi né briga, e priegane santa Maria — che te ce deggia menare.</s> <s id="80">Vedo nei tuoi occhi mille rimproveri.</s> <s id="81">Dove coglierai tu con le tue mani l'arancia aurata nella cupa fronda?</s> <s id="82">Quanto tempo trascorso, quante cose!</s> <s id="83">Io cessai subito di ridere; e smisi poi anche di piagnucolare per non essere detestata da Florian.</s> <s id="84">La luna, al suo ultimo quarto, illuminava le ''tancas'' con un barlume giallognolo, quasi funereo.</s> <s id="85">milizia fra il maresciallo di rampo ed il</s> <s id="86">Veduto ciò i Pisani, i quali molto inanzi avevano avuto ragionamento e voglia di fare un luogo per le sepolture di tutti gli abitatori della città, così nobili come plebei, o per non empiere il Duomo di sepolture o per altra cagione, diedero cura a Giovanni di fare l'edifizio di Camposanto, che è in su la piazza del Duomo verso le mura.</s> <s id="87">Quasi contemporaneamente dalle quinte a destra del palcoscenico irruppe un'onda di bandiere.</s> <s id="88">O poco mèl, molto aloè con fele!</s> <s id="89">È una delle facoltà singolari e incomunicabili della religione cristiana, il poter indirizzare e consolare chiunque, in qualsivoglia congiuntura, a qualsivoglia termine, ricorra ad essa.</s> <s id="90">Il medesimo accaderà ancora, dove s'habbi da fare ò collini per gli occhi, ò epithime per il fegato, et per il cuore, ò osirhodini per la fronte, et per il capo.</s> <s id="91">Incominciano a danzare.</s> <s id="92">Ma poco viene a dir, chè quella altiera A preghi nè a pietade mai se inchina; Perchè sempre interviene in veritate Che la alterezza è gionta con beltate.</s> <s id="93">In mezzo a tutte quelle risa, l'espressione di fierissima stizza accennò in un baleno di scomporsi, le labbra di fuoco le si atteggiarono per un momento a un riso involontario, ma subito ella si riprese e gridò imperiosamente e con sprezzo : — Andiamo! andiamo! andiamo!</s> <s id="94">— Se tu sei pazzo, cominci a straccar la mia pazienza...</s> <s id="95">— Oramai ne so io quanto i medici più bravi, i quali, scusate, non ne san niente neppur loro.</s> <s id="96">I due stipiti e l'architrave della porta destra, presso il campanile, sono affatto lisci, e quindi opera del più modesto scalpellino.</s> <s id="97">— Hai capito quale è il mio piano?</s> <s id="98">Che di tutte cose dissero li filosofi più aperte ragioni da credere, che de' venti.</s>